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Il Welfare potrebbe non bastare: aumentano gli investimenti in coperture integrative.
Lo conferma il rapporto Aipb-Censis dal titolo: “Investire nel futuro dell’Italia oltre il Covid-19”, secondo cui stiamo assistendo ad una corsa all’autotutela.

L’ultimo rapporto dell’Osservatorio Reti e Servizi di Nuova Generazione dell’Istituto per la Competitività (I-Com) fa un’analisi della competitività in Europa nell’ecosistema dell’intelligenza artificiale.

Moltissimo secondo quanto risulta dalla ricerca Microsoft intitolata Le competenze dei dipendenti e il potenziale dell’IA che ha coinvolto nei mesi scorsi 12.000 dipendenti e figure dirigenziali in tutto il mondo, oltre 600 in Italia.

A che punto sono le aziende italiane rispetto all’uso delle nuove tecnologie e, in particolare, dell’intelligenza artificiale per la customer care? Condividiamo un articolo pubblicato da Adnkronos che offre una panoramica di quanto è emerso nel corso dell’evento UMANia2020, organizzato da IULM AI LAB.

La cancelliera Merkel ha elogiato l’Italia in un discorso in video-conferenza tra i ministri-presidenti dei Laender: “In Europa ci sono molte zone a rischio. Si può viaggiare in Germania e si può andare in zone non a rischio in Europa. In Italia, ad esempio, si agisce con grandissima cautela”.

Con l’avvento della pandemia da Covid-19 il mondo dell’insurance industry ha subito uno stravolgimento totale delle proprie priorità che vedono ai primi posti la salute e la sicurezza di dipendenti e reti telematiche. Secondo il World InsurTech Report 2020 pubblicato recentemente da Capgemini ed Efma, le compagnie assicurative devono esplorare nuove modalità per costruire competenze che permettano di soddisfare le esigenze digitali dei clienti

Quando si parla di customer experience digitale, le aziende EMEA sono in ritardo rispetto alle organizzazioni statunitensi. Lo afferma una ricerca di ServiceNow che ha coinvolto 600 business leader in tutto il mondo, con l’obiettivo di esaminare le priorità, l’approccio e le performance delle grandi aziende (con un fatturato superiore ai 500 milioni di dollari) nei confronti dei servizi diretti ai clienti.

Il turismo è stato uno dei settori più colpiti dalla pandemia. Se prima del Covid-19 contribuiva con oltre 230 miliardi di euro al 13% del PIL per circa 4 milioni di addetti (il 15% della forza lavoro italiana), l’azzeramento delle attività ricettive durante il lockdown dovrebbe far ridurre i volumi del 18,5% annuo.

La stagione estiva è in pieno svolgimento, e i segnali non sono così negativi come si temeva. Ne parla l’economista Antonio Preiti in un articolo pubblicato su Huffingtonpost che traccia un quadro dello stato del turismo italiano e di come si possa sfruttare le opportunità offerte dal Recovery Fund.

L’Italia resta la meta preferita dai social europei.
Questa estate l’Italia è pronta ad accogliere i turisti stranieri. Il Belpaese non spaventa e viene considerato #covidfree, a quanto dicono i dati social di Enit – agenzia nazionale del turismo.