L’intelligenza artificiale può rappresentare una valida risposta per i Paesi a reddito medio-basso che hanno difficoltà ad accedere alle cure mediche.

L’intelligenza artificiale può rappresentare una valida risposta per i Paesi a reddito medio-basso che hanno difficoltà ad accedere alle cure mediche. Lo affermano un gruppo di scienziati in un articolo intitolato Transforming Global Health with AI appena pubblicato sul New England Journal of Medicine di cui parla La Repubblica.

Questa situazione si stima che causi fino a 8,4 milioni di decessi all’anno e una perdita della produttività per 1,6 trilioni (migliaia di miliardi) di dollari per gli scarsi finanziamenti e la carenza di operatori sanitari qualificati. L’intelligenza artificiale potrebbe rivoluzionare la situazione ma ci sono almeno tre sfide da affrontare.

La prima riguarda l’affidabilità e disponibilità dei dati che in questi Paesi sono spesso scarsi e provenienti da altri contesti, quindi non rispondenti alla realtà locale. Poi c’è la questione della formazione adeguata (e la motivazione) dei medici: nelle mani sbagliate, scrivono gli autori, anche gli strumenti migliori possono essere inefficaci o addirittura dannosi. Infine, la gestione normativa dei sistemi di AI, con riferimento ad esempio al consenso informato, alla privacy, all’etica, alla sicurezza dei dati. L’Organizzazione mondiale della sanità e altri enti hanno iniziato a stabilire principi guida per la regolamentazione dell’uso dell’AI.

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