L’Europa è in crisi sanitaria permanente.
L’Europa è entrata in una crisi sanitaria permanente e non solo per colpa del Covid. Lo afferma Hans Henri P. Kluge, Direttore regionale per l’Europa dell’OMS, in un’intervista pubblicata su il Quotidiano Sanità. Ci sono altre crisi di lunga durata che spesso passano inosservate, ma compromettono la salute di milioni di persone e gravano sui sistemi sanitari europei, come le malattie non trasmissibili, inclusi cancro, malattie cardiache, malattie legate all’alcol e al tabacco e all’epidemia di obesità.
Negli ultimi anni la frequenza delle crisi è aumentata, comprese quelle legate ai cambiamenti climatici e alle malattie infettive emergenti, con una diffusione sempre più rapida. Inoltre, la guerra in Ucraina, aggravata dagli attacchi alle strutture sanitarie e ai fornitori, sta innescando una crisi di salute mentale di immense proporzioni.
Sono tutti esempi di quella che l’European Health Forum Gastein ha definito una “permacrisi”, ovvero uno stato di crisi permanente, di cui COVID-19 è la pandemia più visibile, ma non è la più mortale.
Secondo il Direttore Regionale per l’Europa dell’OMS, questa nuova normalità richiede una risposta a “doppio binario”: da un lato, bisogna prepararsi urgentemente per emergenze sanitarie come pandemie, crisi e conflitti legati al clima; d’altra parte, bisogna rafforzare gli attuali sistemi sanitari e servizi essenziali per affrontare la permacrisi delle malattie non trasmissibili e dell’HIV. Questo approccio a doppio binario dovrebbe guidare nel prossimo futuro l’OMS e l’Europa.
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