Ambiente e turismo: un connubio da migliorare.

Lo scorso 5 giugno è stata festeggiata la giornata mondiale dell’ambiente, dedicata quest’anno alla ricerca di soluzioni contro l’inquinamento da rifiuti di plastica.

Il turismo, in particolare, ne produce enormi quantità e, per tale motivo, è al centro dell’attenzione del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente. Si stima che otto turisti su dieci visitino le zone costiere e contribuiscano ad aggiungere rifiuti agli otto milioni di tonnellate di plastica che finiscono ogni anno negli oceani.

Il legame tra turismo e plastica è molto stretto e non ottimale: i prodotti monouso sono pratici e utili per salvaguardare gli standard di salute, sicurezza e igiene dei turisti, e sono utilizzati nei kit di cortesia di molti hotel. Per non parlare delle navi da crociera che scaricano in mare acque ricche di microplastica. Sempre secondo i dati Onu, dal 1980 al 2019 gli arrivi turistici internazionali sono passati da 177 milioni a quasi 1,5 miliardi all’anno e il settore sta tornando ai livelli precedenti alla pandemia. Per tale motivo, il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente e il World Travel & Tourism Council sono impegnati in azioni, politiche e infrastrutture per portare il settore alla circolarità. È fondamentale intervenire al più presto, in quanto ogni anno sulla terra vengono prodotti 430 milioni di tonnellate di plastica, due terzi delle quali diventano rapidamente rifiuti. La produzione della plastica è aumentata di oltre 22 volte negli ultimi 50 anni. Il 99% di questa è costituito da sostanze chimiche inquinanti e non rinnovabili, che non si disperdono mai e sono ingerite dai pesci e dal bestiame, ma anche dall’uomo attraverso il cibo e l’acqua.

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