Intelligenza artificiale in Sanità, perché non decolla?
Grazie all’intelligenza artificiale l’assistenza sanitaria potrà diventare in futuro più efficace e più efficiente, migliorando la vita quotidiana di milioni di persone. Ma l’adozione di questa tecnologia è più lenta che in altri settori.
Lo conferma anche la Stanford University in uno studio dal titolo “One Hundred Year Study on Artificial Intelligence”: quello sanitario è uno dei settori in cui l’impatto dell’intelligenza artificiale sarà di maggior rilievo, risultando sempre più utilizzata nelle applicazioni biomediche, in particolare nella diagnosi, nella scoperta di nuovi farmaci e nelle scienze della vita.
Esistono tuttavia, parecchie barriere di tipo culturale, tecnico e normativo – prima tra tutte la disciplina connessa della normativa sulla privacy e protezione dei dati personali – che ne frenano l’utilizzo. Molta è la strada ancora da percorrere, a partire dal chiarire e semplificare le regole, finanziare la ricerca e consentire una maggiore concorrenza tra gli operatori del settore.
In questo senso un intervento da parte del legislatore e una campagna da parte del Governo dei Paesi più tecnologici possono contribuire a cambiare mentalità e far percepire l’IA come affidabile da parte di medici, personale sanitario e pazienti, sempre in una logica di integrazione con il prezioso ed insostituibile apporto umano, al fine di migliorare l’efficacia e la sicurezza delle cure.
Approfondisci il tema leggendo l’articolo pubblicato su Agenda Digitale.
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