L’Intelligenza Artificiale fa bene al turismo?

L’uso dell’intelligenza artificiale nell’industria turistica è ormai un dato di fatto e continua a crescere. Lo conferma anche Forbes Advisor che, in una recente ricerca, ha stimato che l’Ai aumenterà annualmente del 37% dal 2023 al 2030. Grazie ad essa, entro il 2025, ci saranno 97 milioni di posti di lavoro in più e, entro il 2027, il suo mercato raggiungerà i 407 miliardi di dollari.

L’AI sta, quindi, cambiando il modo in cui i turisti possono vivere le proprie esperienze e accresce la competitività, il business e la customer experience.

L’Intelligenza Artificiale è, ad esempio, un ottimo strumento per effettuare previsioni e anticipare eventuali problemi di viaggio, come il ritardo di un volo per gravi condizioni meteo. Attraverso questa nuova tecnologia è possibile, inoltre, rispondere in maniera più tempestiva e personalizzata alle richieste dei clienti, migliorando il livello dei servizi del customer service. Non per niente, tra i motivi per cui, secondo Forbes Advisor, si utilizza l’AI, al terzo posto si piazzano i “planning travel itineraries”.

Il grande impatto che l’AI è destinata ad avere nel turismo andrà sempre integrato con la necessità di un approccio umano, in quanto se è vero che l’intelligenza artificiale può migliorare tanti aspetti dell’esperienza di un viaggiatore, non può sostituire l’empatia di un rapporto con un essere in carne ed ossa che continuerà ad essere un must in questo settore.

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