Turismo sanitario: dove si va in Italia
Il turismo sanitario riprende dopo lo stop del periodo della pandemia. Secondo un recente report di Fondazione Gimbe nel 2020 la mobilità sanitaria interregionale in Italia ha raggiunto un valore di 3,33 miliardi di euro.
Tendenza confermata anche da CasAmica Odv che nel 2022 ha aperto le porte a circa 5mila persone presso le sei Case tra Milano, Roma e Lecco, per quasi 40.000 notti di ospitalità, con un incremento del 18% rispetto al 2021.
Secondo i dati della Corte dei conti, tra il 2012 e il 2021, 13 tra Regioni e PA hanno presentato un saldo negativo per quanto riguarda la mobilità sanitaria, con 14,9 miliardi di euro fluiti dalle Regioni del Centro-Sud alle Regioni meta dei viaggi sanitari.
Le cinque destinazioni preferite per il turismo sanitario
L’ultima relazione al Parlamento sulla gestione finanziaria dei servizi sanitari regionali pone in vetta alla classifica laLombardia, che in 10 anni ha incassato oltre 6,176 mld di euro, seguita da Emilia-Romagna (3,347 mld),Toscana (1,336 mld),Veneto (1,138 mld) e Molise (271 mln).
Cosa succede al Centro-Sud
Si spostano in cerca di cure i cittadini delle Regioni che registrano il maggior saldo negativo: Campania (-2,93 mld), Calabria (-2,7 mld), Lazio (-2,1 mld), Sicilia (-1,9 mld) e Puglia (-1,8 mld). Secondo la Corte dei conti la maggiore o minore attrattività dipende principalmente dalla maggiore qualità e quantità dei servizi sanitari erogati che portano ad un trasferimento della popolazione verso le Regioni più ricche, in cui è maggiore la presenza di centri universitari di eccellenza.
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