Dove va il turismo del lusso

L’idea di lusso sta subendo un cambiamento radicale nella percezione che ne hanno i consumatori. Se n’è parlato nel corso della tavola rotonda “L’Italia riparte dal lusso. Sogno o realtà concreta? Prospettive dei prodotti di fascia alta nei futuri scenari di mercato”, in occasione della Luxury Hospitality Conference, giunta alla sua terza edizione.

L’Italia in prima posizione

Il nostro Paese in questo senso è ben piazzato, con cinque alberghi tra i migliori del mondo, tra cui il primo in classifica, e con un’offerta di moda, architettura ed enogastronomia in grado di soddisfare al meglio il consumatore in cerca di un prodotto luxury, ovvero un prodotto bello, buono, attento alla salute e sostenibile.

Identikit del consumatore del lusso

Oggi quando si parla di lusso ci si riferisce più alla raffinatezza che all’ostentazione. Una scelta di luoghi creativi e alla moda che ha portato ha un fatturato di 296 miliardi di euro nel 2022 e di 346 miliardi nel 2023. Il consumatore del lusso è un giovane asiatico, di circa 25 anni, che crede nei valori della sostenibilità, inclusività e apertura sociale. Si sta sempre più affermando il trend del quiet luxury che consiste sostanzialmente nell’acquistare meno, ma meglio, con eleganza e sobrietà.

La sfida per gli operatori

Si tratta ora di far crescere ancor più di valore l’offerta, con un upgrade della qualità complessiva, non solo del top di gamma. Inoltre, bisogna valorizzare il patrimonio artistico e culturale rendendolo maggiormente fruibile. Infine, occorre consolidare il legame tra la produzione e il turismo, in modo che chi si reca nel nostro Paese possa provare e apprezzare in prima persona lo stile di vita, consentendo ad esempio di visitare direttamente i luoghi di produzione.

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