Lo stress mette a rischio la Cybersecurity

Lo stress mette a rischio la Cybersecurity.

Lo stress e il troppo lavoro degli addetti alla sicurezza stanno mettendo a rischio la Cybersecurity. Lo conferma l’ottavo rapporto annuale Global Incident Response Threat Report di Wmware, pubblicato in occasione del Black Hat Usa 2022.

In particolare, il rapporto si è soffermato sul burnout dei professionisti informatici che può rivelarsi un assist per gli attacchi hacker. Il 47% degli addetti alla sicurezza informatica ha dichiarato, infatti, di aver sofferto di burnout o di forte stress negli ultimi 12 mesi. Di questi, il 69% (contro il 65% del 2021) ha preso in considerazione anche l’idea di lasciare il proprio lavoro. Una condizione che è peggiorata dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, con un aumento dei cyberattacchi.

Il rapporto fa luce sulle minacce emergenti, quali deepfake (foto, video e audio creati grazie a software di intelligenza artificiale) e attacchi alle Api (Application Programming Interface) da parte dei criminali informatici che, sempre più spesso, prendono di mira gli stessi incident responder.

Per difendersi dagli attacchi, i team di sicurezza hanno bisogno di un livello adeguato di visibilità su carichi di lavoro, dispositivi, utenti e reti per rilevare, proteggere e rispondere alle minacce informatiche.

Nonostante lo scenario attuale sia decisamente turbolento e le minacce informatiche siano crescenti, gli addetti alla cybersecurity stanno reagendo: l’87% dichiara di essere in grado di interrompere le attività dei criminali informatici molto spesso (37%) o a volte (50%), e di farlo utilizzando anche nuove tecniche, quali patch virtuali utilizzate come meccanismo di emergenza.

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