Umano o Ai?

Sapresti distinguere un essere umano o un oggetto creato da una intelligenza artificiale? È l’inquietante titolo di un recente articolo pubblicato su la Repubblica e, a quanto pare, la risposta al quesito è negativa. Lo ha confermato un test di un ricercatore polacco che ha dimostrato come il confine tra umano e artificiale stia diventando sempre più sfumato. Quotidianamente assistiamo ad un proliferare di battute create da un computer, a partire da Alexa e Siri, entrate nella normale routine delle nostre giornate, fino ai dialoghi- criptici e faticosi – con i chatbot delle banche, di grandi aziende e società di servizi.

In entrambi i casi siamo consapevoli che a parlare sia un’intelligenza artificiale.

Ma il gioco si sta pian piano complicando. Da qualche mese, cominciamo a confrontarci con l’intelligenza artificiale generatrice di testi, GPT-3. E il confine fra umano e artificiale è meno netto. Non a caso, GPT-3 è stato inizialmente presentato come uno strumento in grado di scrivere romanzi nello stile di qualunque scrittore. Nel momento in cui scriviamo, ci sono circa 300 applicazioni e circa diecimila sviluppatori che usano GPT-3 dandoci l’impressione di dialogare con un essere umano. Tu sapresti distinguerli?

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